Strada carrozzabile
Il casello autostradale più vicino è quello di Genova Nervi.
All'uscita dall'autostrada prendere corso Europa in direzione Nervi; giunti allo svincolo di Nervi proseguire in direzione La Spezia (via Somma Donato) per circa 1km.
Si giunge in questo modo al semaforo con a sinistra l'inizio della salita che porta a S.Ilario.
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Note storiche.
Per identificare con precisione i percorsi delle più antiche vie occorrerebbe avere un’idea precisa dell’ubicazione dei primi nuclei abitati sulla nostra collina.
Si può comunque ipotizzare che i primi abitanti si riunissero in tribù nomadi di pastori che trasferivano le loro sedi in relazione ai bisogni del pascolo nelle diverse stagioni.
Occorre inoltre ricordare che, all’epoca, sia il M.Fascie che il M.Cordona erano coperti di boschi e quindi utilizzabili più come riserve di caccia e di raccolta che non come terre di pascolo.
I tracciati di vie di epoca ligure della nostra zona furono influenzati più dal commercio tra l’interno (in particolare la Fontanabuona) e la costa che da spostamenti locali di mandrie o greggi.
Le prime vie che transitarono sul M.Fascie e sul M.Cordona erano dunque vie commerciali di collegamento tra la val Trebbia, la Fontanabuona ed i ‘pagi ‘ di Nervi e Sori.
La via seguita dai Liguri sui nostri monti fu quella di crinale che dal colle Caprile giungeva al M.Cordona e da qui proseguiva verso Genova mandando un ramo secondario verso Nervi.
Come abbiamo visto questa strada percorreva un ambiente boschivo (querce) ed era utilizzata per il trasporto di beni commerciali.
Da questa via principale che seguiva il tracciato M.Cordona- Gagian-na-Serra dei Boschi-San Rocco-Nervi si staccavano piccoli sentieri utilizzati localmente per la caccia, la raccolta di legname e di frutti.
Fu questa la situazione viabile che trovarono i Romani quando conquistarono la Liguria.
I Romani continuarono ad utilizzare, almeno inizialmente, queste strade tanto che un tratto di sentiero che scende dal M.Cordona porta ancora il nome di
via Romana della Creusa.
Ma ben presto queste vie risultarono insufficienti per i collegamenti dell’impero Romano.
In particolare nel 109 a.c. i Romani erano preoccupati per l’occupazione della Provenza da parte delle tribù Germaniche dei Timbri e dei Teutoni. Il Senato di Roma commissionò al censore Aemilio Scauri la realizzazione di una via diretta di collegamento tra Pisa e Vada Sabatia al fine di facilitare e rendere più veloce l’accesso delle Legioni in Provenza. In seguito la via fu chiamata Aurelia.
Dopo un primo periodo di frequentazione, respinti i Germanici, la via litoranea cadde nuovamente in abbandono; per i lunghi percorsi era molto più veloce la via marittima e la via Aurelia restò, spesso con molte interruzioni, come pura mulattiera di comunicazione locale tra paesi costieri limitrofi.
Questa via comunque nel suo più antico percorso non era propriamente litoranea ma superava gli ostacoli costieri abbandonando il mare; così dopo la ‘stationes ‘ di Bogliasco risaliva la bassa collina di Sant’Ilario per superare l’ostacolo costituito dalla costa a strapiombo della Liggia.
Questo percorso esiste ancora oggi ed è l’attuale via S.Ilario di Bogliasco che prosegue in via Funtanin; non si hanno invece indizi certi sul percorso tracciato per ridiscendere al mare.
Se durante l’impero Romano si privilegiarono le strade ad ampio raggio, il Medio Evo fu il periodo tipico delle mulattiere e dei trasporti a breve raggio.
Le strade Medioevali ricalcavano i percorsi romani ma spesso erano utilizzate solo per trasporti locali.
Vediamo quali erano le vie più frequentate.

PERCORSI A LUNGO RAGGIO.
Nel 1736 il geografo francese La Blottière, inviato dal governo francese per effettuare una ricognizione sulle vie di comunicazioni tra la Liguria e la val Padana, scrisse che vi erano due strade per andare da Genova a Piacenza; la prima era la Bocchetta, la seconda partiva da Nervi e passava per la Scoffera; la prima era carrabile; la seconda era percorribile solo con bestie da soma.
La via di Nervi e S.Ilario era considerata la più veloce in quanto si poteva raggiungere Piacenza in soli 3 giorni, contro i 4 della Bocchetta.
Il percorso principale era quello che da Nervi saliva a S.Ilario proseguiva fino al M.Cordona, raggiungeva Case Becco, Bargagli, la Scoffera, Torriglia per scendere poi in Val Trebbia fino a Piacenza.
Il trasporto di cose era spesso organizzato con carovane costituite anche da decine di muli; in effetti ogni mulo non poteva portare più di 90Kg. di carico.
Le merci trasportate erano diverse secondo la direzione intrapresa: verso l’entroterra si trasportavano soprattutto merci alimentari quali sale (da qui la dizione ‘via del sale’ con cui venivano individuate molte di queste strade), olio, vino, pesce conservato, stoffe e ceramiche; verso il mare si trasportavano cereali, granaglie, formaggi e patate.
PERCORSI LOCALI
L’itinerario medioevale locale di collegamento tra paesi vicini era quello di medio-crinale che collegava i centri rurali di collina quali Apparizione, S.Ilario, Sessarego, Pieve.
Accanto a questo percorso destinato alla comunicazione tra diversi centri abitati vi era una grande raggiera di percorsi locali; la via che portava ai mulini (da S.Rocco a Mulinetti), le vie utilizzate per il pascolo e la fienagione e quelle per raggiungere le cave sparse su tutto il territorio montano.
Questo tipo di viabilità si protrasse senza grandi variazioni fino all’inizio dello scorso secolo quando l’apertura delle strade carrozzabili agevolò l’abbandono dei vecchi percorsi.

SITUAZIONE ATTUALE
Le mulattiere
Sono vie lastricate con massi anche di grande dimensione, cintate da muri a secco di protezione ed abbastanza ampie da permettere il transito di carovane di muli.
D.Moreno definisce ‘a sappello ‘ il selciato di queste strade composto da piccoli pezzi di pietra al centro e pietre più grandi ai lati; questa struttura serve a favorire l’appoggio degli zoccoli dei muli appesantiti dal carico.
Mulattiera del M.Cordona
E’ la più interessante ed è stata per lungo tempo la via di comunicazione più importante con la valle di Lentro, la Fontanabuona e Bargagli.
Si fa risalire questo percorso all’epoca romana (la via si chiama Via Romana della Creusa); molto antica pare essere la pavimentazione in alcuni tratti ancora in buono stato.
Questa mulattiera presenta nella parte bassa due rami.
Il principale parte da S.Rocco, risale la Costa di Cantalupo tra lunghi muri a secco ‘a cutellu’, raggiunge la Serra dei Boschi e da qui prosegue fino alla loc.Crocetta nel bosco di castagni.
Il ramo secondario piuttosto stretto e con un’accentuata pendenza, risale da Musanega alla Crocetta seguendo il percorso dell’acquedotto della Fontanassa costruito nel 1882 ( probabilmente anche il tracciato di questo percorso ebbe origine in quella occasione).
I due rami si incrociano alla Crocetta e proseguono insieme fino al Bosco della Fontanassa; qui il percorso si sdoppia nuovamente. Da qui in poi il ramo più interessante forma via Romana della Creusa e giunge alle Case Cordona mentre quello secondario piega verso ponente e forma via del Comunetto.
Mulattiera S.Rocco-Serra dei Boschi-S.M.Maddalena-Seggioni.
E’ una mulattiera ad uso locale che presenta gravi segni di abbandono.
Il punto più interessante è quello tra S.M.Maddalena e Sotto i Seggioni specie in prossimità del passaggio sul rio Bolasco dove il selciato è costituito da enormi massi.
L’interesse storico di questo tracciato è legato alla pastorizia.
Mulattiera Serra dei Boschi-Rio Bolasco – Seggioni (via Gaggi).
E’ un percorso parallelo al precedente; attraversa il bosco di castagni, raggiunge il rio Bolasco, entra nel bosco dei Seggioni, supera il rio e si inoltra nel bosco dei Cupalli.
Mulattiera S.Rocco – Mulinetti
Un tempo era molto importante perché ci passavano i muli carichi di cereali, fave, olive e castagne diretti ai mulini ed al frantoio di Mulinetti.
Mulattiera Musanega –Sessarego
Oggi è una via quasi completamente cementata interessante per i sistemi di fasce tra cui passa.
Era la classica via di comunicazione di cornice.
Le creuse
Secondo D.Moreno questo vocabolo indica una strada che scende dal versante marittimo delle colline attraverso costruzioni abitate.
Costituivano di fatto la continuazione delle mulattiere nei centri abitati.
Le creusesono a gradini, hanno pendenze variabili e sono completamente lastricate: tradizionalmente il fondo ha una copertura centrale in mattoni ed una laterale in pietra.
La creusa principale è Via alla Chiesa di S.Ilario che parte da Capolungo sull’Aurelia e risale con notevole pendenza fino al piazzale della chiesa.
Interessante è anche via Lastrego, anticamente via du Lastregu, cioè via lastricata.
La strada carrozzabile.
Fino all’inizio del XIX°sec. la parte bassa di Sant’Ilario era collegata a Nervi con strada carrozzabile ma il collegamento litoraneo verso Bogliasco era ancora affidato ad uno scomodo e malsicuro sentiero.
La strada carrozzabile per Bogliasco, che superava l’impervia zona della Liggia fu ultimata nel 1823.
Nel 1870 Sant’Ilario Alto era ancora privo di una strada carrozzabile.
Nell’ottobre 1873 un gruppo di proprietari terrieri si fece promotore di un comitato per la costruzione di una carrozzabile che collegasse la chiesa con la stazione di Nervi.
Nel progetto la strada doveva avere uno sviluppo di 2549 m.
Ma la popolazione fu generalmente avversa, specialmente chi temeva espropri di terre per permettere il passaggio della nuova strada e tutto ciò rallentò molto l’iter dei lavori.
Questi sono i nomi dei soci fondatori del comitato promotore della strada: Bernardo Marsano, che con la strada sperava in un maggiore sviluppo agricolo, Giuseppe Croce, Eugenio Chighizzola, Antonio Penco, Giobatta Cattaneo, Francesco Bertolotto e sorella, Suor Friceri, Giovanni Soracco, il sacerdote Luigi Bagnasco, Marcello Nozardi, Giobatta Costa.
Dopo 9 anni la strada fu finalmente ultimata nel 1882.
Intanto negli anni ’30 si realizzò via Somma Donato che collegava il porticciolo con Canascra e via Sant’Ilario.
Da documenti d’epoca si possono desumere i costi; un muratore costava 3L. al giorno, un garzone 1,5L, un trasporto con carro ad un cavallo 7L., con due cavalli 10L.
Innumerevoli furono i progetti per far proseguire la strada oltre la chiesa; dopo la guerra 1940-45 fu elaborato un primo progetto di prosecuzione fino a S.Rocco; effettivamente negli anni ’50 iniziarono lavori che portarono la strada fino in loc.Marsano (poco più di 100.m).
Nel 2007 viene inaugurato il tratto di strada che porta alla chiesetta di S.Rocco.
S.Ilario era collegato a Nervi dapprima con un servizio a cavalli, poi da un’autolinea privata (la Lazzi) ed a partire dal 1950 da una linea urbana (il 68e poi il 568).
 

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